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Visualizzazione dei post da giugno, 2021

I NOTTAMBULI di EDWARD HOPPER

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  Edward Hopper (1882 -1967), Nighthawks ( I nottambuli ) – 1942, olio su tela, 84.1 x 152.4 cm – Chicago, Art Institute of Chicago . Edward Hopper, I nottambuli (particolare) COMMENTO CRITICO DELL’OPERA Hopper ideò l’opera nel 1941 abbozzandone uno schema su un quadernino, su cui annotò anche alcune caratteristiche dell’ambientazione e dei personaggi, indicandone pure il nome, Nighthawks , che letteralmente significa falchi notturni . L’ispirazione, come affermano alcuni, la trasse da un racconto di Hemingway. Oppure, come egli stesso ammise, da un ristorante allora esistente e poi demolito, sito nel Greenwich Village , a Manhattan – a Mulry Square , esattamente, una zona oggi totalmente ristrutturata –, messo all’incrocio di due strade. In fase di stesura, egli stesso posò per il personaggio dal naso adunco (che ricorda il becco d’un falco) e per il banchista, mentre per la donna vicino a lui posò la moglie Josephine, la quale ce ne dà conferma in una lettera spedita alla ...

La GIUDITTA E OLOFERNE (del Museo di Capodimonte) di ARTEMISIA GENTILESCHI

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  Artemisia Gentileschi (1593 -1656),  Giuditta e Oloferne  (1612-1613, olio su tela, 158 x 125.5 cm) Napoli, Museo di Capodimonte. Artemisia Gentileschi (1593 -1656),  Giuditta e Oloferne  (1620, olio su tela, 199 x 162.5 cm) Firenze, Galleria degli Uffizi. COMMENTO CRITICO DELL’OPERA La  Giuditta che decapita Oloferne  napoletana precede (1612 -13) la  Giuditta  degli Uffizi, che in effetti è una replica pressoché identica, variata in pochi e secondari elementi. Il quadro di Capodimonte è quindi quello a cui mi sembra più corretto riferirmi, in quanto originale rispetto al successivo  rifacimento . Alcuni moderni studiosi, nel commentare dell’opera, evidenziano subito come essa fu dipinta appena dopo la conclusione del noto processo per stupro –  ai danni di Artemisia  – intentato dal padre dell’artista, Orazio Gentileschi, contro il collega Agostino Tassi, e che quindi vi si distinguono dei riflessi autobiografici. Io, molto...

LES DEMOISELLES D'AVIGNON di Pablo Picasso

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  Pablo Picasso,  Les demoiselles d’Avignon  (1907, olio su tela, cm 244 × 233), New York,  Museum of Modern Art . Pablo Picasso,  idea iniziale del dipinto: interno di bordello con cinque prostitute, uno studente e un marinaio .   Gertrude Stein, nel suo  Picasso  scrive: Così egli rinnovò la sua visione, che era di cose vedute come le vedeva lui.  Non bisogna dimenticare che la realtà del Novecento non è la realtà dell’Ottocento. Ci corre, e nella pittura, Picasso fu l’unico a sentirlo, l’unico. La lotta per esprimere questo si faceva sempre più serrata. Matisse e tutti gli altri vedevano coi loro occhi il Novecento, ma vedevano la realtà dell’Ottocento. Picasso era l’unico, nella pittura a vedere il Novecento coi suoi occhi, a vedere la realtà. La sua fu perciò una lotta terrificante, terrificante per lui e per gli altri, poiché per aiutarsi non aveva niente, il passato non lo aiutava, il presente non lo aiutava, doveva fare tutto da solo;...

La TOLETTA di Hogarth

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  Toletta   di  William Hogarth   (1744), olio su tela, 68.5 x 89 cm,   Londra , National Gallery . Il pittore inglese William Hogarth, celebre per le sue incisioni, ritrae con attenzione minuziosa scene e personaggi della quotidianità londinese del Settecento. I suoi ironici ritratti di gruppo, che raccontano vere e proprie storie, raccolgono ampi consensi di pubblico: nella  Toletta  l’artista si dimostra dissacratore e aspro critico della condotta morale del suo tempo. ( Federico Zeri ). ANALISI DELL’OPERA La  Toletta  fa parte di un ciclo di sei dipinti, intitolato  Matrimonio alla moda . I sei quadri rappresentano sei differenti scene che hanno una precisa successione narrativa, in cui si rappresenta la storia di un matrimonio di interesse, combinato per reciproca convenienza, senza alcun coinvolgimento sentimentale. È la storia del nobile inglese  Lord Squanderfield , discendente di una onorata casata, ma ridotto pressoché in ...

L’ALTALENA (Possibilità gradevoli dell’altalena) di Jean-Honoré Fragonard

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L’altalena di J. H. Fragonard (1765-1772), o lio su tela, 81 x 64 cm, Londra, Wallace Collection . ANALISI DELL'OPERA L’opera, conosciuta anche col titolo I fortunati casi dell’altalena o con l’altra meno conosciuta intitolazione Possibilità gradevoli dell’altalena , fu dipinta tra il 1765 e il 1772, su commissione del barone di Saint-Julien, tesoriere della Chiesa francese, il quale, preventivamente, aveva scelto anche il soggetto. Voleva, in effetti, essere egli stesso rappresentato mentre ammirava estasiato la sua amante, che si dondolava su un’altalena sospinta da un vescovo. In realtà Fragonard aveva già sviluppato un soggetto simile. Si tratta dell’ Altalena della Collezione Thyssen-Bornemisza (1748-52), ora a Lugano. Ma nell’opera in trattazione, Fragonard realizza una composizione senz’altro più libera e piacevole, più animata e armoniosa. In un lussureggiante giardino di imprecisate essenze e di maestose querce attorcigliate e avviluppate da rampicanti, adornato ...